LA FERRERA o GROTTA DELL’ACQUA BIANCA Lo1502

Speleologia
Descrizione itinerario

La Ferrera, conosciuta anche come Grotta dell’Acqua Bianca, costituisce sicuramente una delle grotte più conosciute della Grigna al di fuori del mondo speleologico. La vicinanza al sentiero che conduce da Rongio al Rifugio Elisa e la sua semplicità di progressione la rendono facilmente raggiungibile e visitabile. Viene addirittura citata alla fine del XV secolo da Leonardo da Vinci nel Codice Atlantico: “E i magior sassi scoperti che si truovno in questi paesi sono le montagnie di Mandello, visine alle montagnie di Leche e di Gravidonia. In verso Bellinzona a 30 miglia a Leco, è quelle di valle Ciavenna; ma la maggiore è quella di Mandello, la quale à nella sua basa una busa di verso il lago, la quale va sotto 200 scalini e qui d’gni tempo è diaccio e vento”.
La grotta è costituita sostanzialmente da un’enorme sala di crollo divisa in due parti, lunga in totale circa 190m e larga sino a 40m con mastodontici massi scollati dal soffitto. L’origine della cavità è sicuramente naturale ma in passato è stata utilizzata come miniera per l’estrazione di idrossidi di ferro. I segni dell’opera antropica sono largamente diffusi sia nelle morfologie (cunicoli, crateri, scalinate, scanalature, muri a secco) che nel materiale residuale (materiale frantumato, carbone e legna). All’interno della cavità si intercetta un modesto torrente perenne che attualmente si perde tra i blocchi di frana. Probabilmente in origine il corso d’acqua veniva a giorno da quello che era l’ingresso naturale della cavità. Analogamente alla grotta anche l’ambiente antistante ha subito profonde modificazioni.
Analogamente alla Ferrera, sull’altro lato della valle, si apre la Ferrera di Valdevilla (Grotta del Pallone), lunga oltre 2 km e sconosciuta ai più, in quanto situata su un ripido versante lontano dai sentieri abituali. In questa grotta sono ancora maggiormente visibili i segni dell’opera mineraria.
L’assenza in entrambe le cavità di tracce di fori da mina fa presuppore che le attività minerarie siano cessate prima della seconda metà del XVI secolo. La tecnica di coltivazione in ogni caso sembra indicare un periodo di sfruttamento riconducibile all’età antica o medievale.
Benchè note da tempo immemore e più volte oggetto di studio il rilievo completo e dettagliato di entrambe le cavità è stato realizzato solo nel 2012 per opera di A. Maconi.

Autori: Andrea Maconi – GRUPPO GROTTE MILANO CAI SEM – Progetto InGrigna!) Antonio Premazzi – SPELEO CLUB CAI ERBA – Progetto InGrigna!

Il livello orografico della grotta è 590 metri sopra il livello del mare ed ha un dislivello massimo di circa -37 metri.
La caverna è costituita essenzialmente da un’unica immensa sala lunga circa 175 metri e larga circa 50 metri. È percorsa per un breve tratto da un ruscello proveniente da una volta che forma una cascata.
L’accesso è estremamente facile, poiché si apre sul bordo di una mulattiera molto ben tenuta; anche la percorribilità interna è facile, tuttavia il suolo è coperto da fango scivoloso e costellato di crepacci.
La caverna è stata originata dalla dissoluzione di una parte di roccia più corrodibile seguita dal crollo di altri strati sovrastanti al fine di ristabilire l’equilibrio. Questo tipo di formazione è frequente nelle grotte della zone limitrofe.
All’interno della grotta, in un remoto angolino, c’è una statua della Madonna, il che, unito ai nomi con cui è conosciuta la grotta – Grotta Ferrera, Grotta dell’Acqua Bianca -, ci fa pensare che anticamente questo potesse essere un luogo di culto dedicato alla Grande Madre.
Il suo interno, in effetti, ricorda fortemente il grembo della Madre, umido e buio, pieno di pace.
All’esterno della caverna c’è una fonte di acqua ferruginosa dal sapore sanguigno, da cui il nome “Grotta Ferrera”, altro particolare che rimanda al Sacro Femminino, al sangue mestruale; mentre invece il nome della località – Acqua Bianca – ci rimanda al latte materno.

Note

Il salone di ingresso della Ferrera (foto Mauro Inglese – Gruppo Grotte Milano CAI SEM – Progetto InGrigna!)

Si ringrazia Federazione Speleologica Lombarda per l’utilizzo a titolo gratuito dei dati catastali delle grotte citate nel testo

Tracciato GPS

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